BIANCHI Rina

Rina (Caterina) Bianchi nacque a Vigevano il 16 gennaio 1894 da Giuseppe, fabbro, e da Ornati Antonia, sarta. Già a nove anni collaborava al lavoro della mamma e nel 1907, all’età di tredici anni fu assunta quale orlatrice dalla fabbrica di calzature del Cav. Pietro Giulini.

Presso l’Oratorio dell’Immacolata approfondì la catechesi cristiana avendo come maestri i Padri Oblati che commentavano in particolare la Rerum Novarum di papa Leone XIII, l’enciclica dei poveri. Nel 1919 fondò con Caterina Consonni, Santo Franzoso e Pietro Bocca la “Lega bianca dei calzolai” e contemporaneamente collaborò con Giuseppe Corazzin, Segretario della Confederazione Italiana dei Lavoratori, alla stesura del primo contratto di lavoro per gli operai calzaturieri. Questa sua opera di promozione delle classi lavoratrici durerà più di venti anni.

Nel 1918, Armida Barelli aveva fondato la Gioventù Femminile di Azione Cattolica ed anche l’Oratorio dell’Immacolata ebbe, l’anno successivo, una sezione. Rina Bianchi si mise al lavoro con intensità in questo nuovo settore e nel 1921 fu chiamata a Roma quale Delegata nazionale delle lavoratrici al Consiglio Superiore della nuova Associazione. Parlava nelle fabbriche, nelle officine, nei campi, nelle piazze, ovunque vi fosse necessità di un intervento a difesa della dignità della persona umana.

Nel 1922 favorì l’intesa tra le Suore Pianzoline e l’Unione Femminile Cattolica Italiana per contribuire a sollevare le condizioni delle “risaiole”, sotto la guida di Padre Giovanni Balduzzi, Delegato nazionale per l’assistenza alle mondariso e Segretario della Giunta Centrale dell’Azione Cattolica per l’azione sociale.

Collaborò all’organizzazione delle Settimane delle Giovani, incontri a livello zonale, anche se il regime fascista aveva proibito qualsiasi manifestazione pubblica. L’urgenza di contrapporre alla propaganda di regime, letture di sana dottrina di libertà, di giustizia e di pace, la convinse a rilevare una libreria in Piazza Ducale (ai piedi dello scalone) per diffondere le nuove idee.

Rina si dedicava pure ai malati, specie i più esclusi, come gli affetti da tbc, nel X padiglione dell’Ospedale di Vigevano. Nel 1939 entrò nella nuova Congregazione delle Adoratrici secolari eucaristiche, sorta presso il monastero delle Suore Sacramentine. Il 30 luglio, mentre era ricoverata anch’essa nel X padiglione dell’Ospedale, avendo contratto la malattia, fece la sua professione ed il 21 agosto 1943, per l’aggravamento del male, si spense serenamente