Dizionario etimologico delle parole del dialetto Vigevanese di origine Longobardo-Germanica
Persistenze di una lingua residuale in un dialetto quasi residuale
Questo dizionario etimologico delle parole di origine longobardo-germanica presenti nel dialetto vigevanese è un laborioso contributo (un vero visìgh longobardo-vigevanese) per la divulgazione di una non trascurabile componente del vigevanese appartenente al gruppo dei dialetti lombardo-occidentali. L’approccio è eminentemente etimologico sia nella risalita all’origine longobarda, quando sicura, sia nella ricostruzione postulata di un lemma germanico non testimoniato.
Il percorso dall’origine avviene attraverso le modificazioni fonetiche, morfologiche e semantiche; modificazioni intercorse in circa due millenni per giungere agli attuali esiti dialettali vigevanesi. Il viaggio
è stato accidentato, irto di trabocchetti nei quali gli AA. si augurano di non essere caduti. Gli stessi AA.
hanno preferito, nell’ambito della fonetica, non ricorrere ai segni diacritici delle vocali e delle consonanti
attualmente usati; conseguentemente è stata proposta, nell’introduzione, soprattutto a uso di un pubblico vasto e non specialistico, una ipersemplificazione della pronuncia delle voci dialettali.
In altri casi la proposta semantica di alcune voci dialettali vigevanesi è volutamente innovativa, se non talvolta provocatoria, nella certezza che le parole e i loro significati, così come la lingua in generale, non possono essere arginati nel corso dei secoli. Non è quindi sorprendente né casuale che l’interesse a una lingua estinta come il longobardo venga in soccorso a tenere viva l’attenzione e la ricerca per un dialetto avviato anch’esso a divenire residuale.
È questo il senso che gli AA. desiderano trasmettere al lettore: curiosità, interesse e conservazione di un bene immateriale.
Gli Autori
Giovanni Borroni
Dopo la maturità classica conseguita presso il Liceo “Benedetto Cairoli” di Vigevano, si laurea in Medicina e Chirurgia all’Università di Pavia, ove, in seguito, si specializza in Clinica Dermosifilopatica. Abbandonato prematuramente il tennis, ha lavorato all’Università di Sassari e all’Università di Pavia da cui si è trasferito, per circa un anno, alla New York University nel laboratorio diretto da A. Bernard Ackerman.
Divenuto ordinario, è stato direttore della Clinica Dermatologica dell’Università di Pavia. Accanto alle pubblicazioni scientifiche attinenti al suo settore, non ha mai abbandonato l’interesse per la storia dell’arte. Ha infatti pubblicato su affezioni cutanee che compaiono in dipinti e sculture e ne ha individuato i significati, il più delle volte non medici, veicolati dall’artista, contestualizzandoli nella cultura del tempo in cui egli operava. Oggetto delle sue ricerche sono stati anche il linguaggio e la comunicazione scientifica dermatologica tra la fine del XVIII e tutto il XX secolo. Con Orazio Rossanigo ha elaborato e scritto in inglese un Dizionario Etimologico dei termini dermatopatologici che, in larghissima misura, sono nuovi coni dal greco e dal latino creati dalla seconda metà del XVIII alla metà del XX secolo.
È ora nonno di tre magnifici nipotini e attualmente presidente della Società Storica Vigevanese.
Orazio Rossanigo
Dopo la maturità conseguita nel 1964 al Liceo Classico “Benedetto Cairoli” di Vigevano, si è laureato all’Università degli Studi di Milano in Lettere Antiche con una tesi sul Lessico Etrusco nel 1970, relatore il prof. Vittore Pisani, titolare della cattedra di Glottologia. Specializzato in Glottologia, ha redatto la propria tesi prendendo spunto dal lavoro di Alfred Ernout, nel suo Le Dialecte Ombrien (Paris 1961), che aveva diviso il suo lavoro in le mots de sense connu e le mots de sense inconnu. Nella propria tesi Rossanigo aggiungeva una personale terza parte in cui raccoglieva parole che, pur di senso sconosciuto, tuttavia si riferivano a un ambito, questo sì, conosciuto. A partire dall’ottobre 1967, ancor prima quindi di laurearsi, è stato docente di Lettere latine e greche, oltre che di Letteratura Italiana, presso il Liceo “Benedetto Cairoli” di cui era stato allievo, fino al raggiungimento della pensione nel 2010. Ha collaborato con articoli di carattere linguistico-letterario e di critica dei costumi a vari giornali e riviste, ha tenuto fin dall’anno della sua fondazione, per quasi trent’anni, corsi presso l’Università del Tempo Libero di Mortara.
Oggi continua, come docente, a dedicare un po’ del suo tempo libero all’Università per il Tempo Libero e della Terza Età a Vigevano, con lezioni di linguistica italiana e di letteratura latina e greca.
Nonno di un dolcissimo nipotino di undici anni, Leonardo, è appassionato di musica lirica e sinfonica, suona ancora il pianoforte e la fisarmonica. Incallito melomane si diletta con l’esegesi dei libretti d’opera dell’Ottocento su cui ha tenuto corsi e conferenze.